Un grande progetto economico e tecnologico

di

La decisione di Nagorà di dedicare uno spazio al tema della messa in sicurezza del patrimonio edilizio a Napoli e in Campania (ma ciò vale per l’intero Paese) è assai condivisibile perché si tratta di quei temi complessi verso i quali tutti si mostrano interessati tranne poi a distrarsi e a non farne più niente.

Se oggi avvertiamo con forza l’esigenza di tornare sull’argomento è perché molto si è detto, molto poco si è fatto e si riaprono gli occhi soltanto per la spinta di una nuova urgenza.

Mettere in sicurezza il patrimonio edilizio vuol dire avviare il più grande e ambizioso progetto economico e tecnologico che si possa immaginare. Un progetto che coinvolge in ruoli diversi, ma complementari, pubbliche amministrazioni, università, centri di ricerca, imprese, cittadini, ordini, professionisti.

Quello degli Ingegneri, che mi onoro di presiedere, è stato tra i primi a studiare e proporre l’utilità del fascicolo di fabbricato fin dal 1998, non spinti da terremoti, ma dai crolli improvvisi di fabbricati a Roma e in varie parti del Paese. L’obiettivo era ed è di promuovere la cultura della sicurezza, della prevenzione, della conoscenza e del controllo dello stato conservativo del patrimonio edilizio e migliorare la qualità dell’abitare. Il progetto si concretizzò il 13 luglio 1999 con la presentazione all’assessore regionale di un disegno di legge che venne poi alla luce grazie all’assessore Marco di Lello nel 2002.

Non è questa la sede per entrare nel merito del progetto ma voglio qui ricordare che la Campania è stata la prima regione a dotarsi di una normativa sull’argomento. Stiamo parlando di molti anni fa ed è stato un peccato che interessi contrari lo bloccarono.

Tutto il territorio nazionale è a rischio sismico e sappiamo anche che statisticamente ogni pochi anni il nostro Paese è colpito da calamità naturali. Non possiamo prevedere quando e dove una calamità naturale potrà scatenarsi, ma conoscere in anticipo le caratteristiche di un edificio attraverso il Fascicolo del fabbricato, consente di prevedere interventi strutturali, impiantistici, ecc.. adeguati ed evitare disastri, a salvaguardare vite umane e contenere i danni degli immobili.

Alla luce dei drammatici terremoti che si sono susseguiti in questi anni come non sentirsi tutti colpevoli di non aver battagliato a sufficienza per ottenere la conoscenza del patrimonio e poter porre rimedio.

Senza dati certi sullo “stato di salute” dei fabbricati, c’è il rischio che circolino – come è accaduto – dati allarmistici sulla sicurezza degli edifici, ma anche stime che valutano in circa cento miliardi (?) il costo per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare del Paese.

Sono invece costi reali quelli enunciati nel pomeriggio di oggi (27.9) dal sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, al convegno “La Prevenzione…Fascicolo del Fabbricato” al quale abbiamo partecipato alla Sapienza di Roma: gli ultimi tre terremoti, l’Aquila, l’Emilia e quello del 24 agosto, costeranno dai 25 a 30 miliardi di Euro e hanno distrutto l’incommensurabile valore di poco meno di mille vite umane.

Sono altresì costi reali e molto ridotti quelli degli interventi di prevenzione iniziati alla fine degli anni 90, con l’esperienza virtuosa di partecipazione pubblico-privato, che hanno salvato Norcia dai successivi terremoti del 2009 e 2016, testimoniata dal Sindaco di Norcia, Nicola Alemanno.

Quante vite e quante risorse si sarebbero risparmiate se, dopo la fase della conoscenza attraverso il fascicolo, si fosse messo mano a interventi con priorità nelle zone del Paese classificate a maggiore rischio sismico, sui fabbricati più vulnerabili, sui beni architettonici più pregiati ?

Ritengo o forse mi auguro che i tempi siano maturi.

La consapevolezza dei cittadini della necessità di conoscere lo stato di sicurezza dei fabbricati ai quali affidano la loro vita e il loro futuro anche economico è fortemente cresciuta.

Siamo perciò tutti convinti sulla necessità di agire bene e presto a beneficio della città e dei suoi abitanti e, avendo avuto esperienza dell’efficacia paralizzante che gli oppositori possono dispiegare, credo davvero utile che Nagorà possa costituire un osservatorio che accompagni le azioni da promuovere e sostenere con la forza della trasparenza.